Aggiornamenti dalla Striscia di Gaza

lunedì 12 gennaio 2009


Una bambina palestinese di Gaza guarda con immensa tristezza il fotografo

Gaza Richiede Aiuti

La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza peggiora di giorno in giorno e, più le ostilità continuano, più alto è il prezzo imposto alla popolazione civile, in termini di vite e disperazione. Solo un cessate il fuoco immediato e senza condizioni potrebbe lasciar uno spiraglio di speranza, permettendo agli aiuti umanitari di raggiungere il popolo palestinese.

Le incursioni militari israeliane si protraggono senza sosta da ormai tre settimane, con aerei militari che sorvolano la Striscia, anche in squadriglia, e lanciano bombe su obiettivi sensibili come edifici governativi, infrastrutture, persino ospedali e scuole. Lo scorso 10 Gennaio, le Autorità israeliane hanno annunciato che le operazioni s’intensificheranno nei prossimi giorni. Tutti i Territori Occupati sono assediati da terra, dal cielo e dal mare, e i Governatorati a nord di Gaza rimangono isolati dal resto dei Territori.

L’emergenza umanitaria si aggrava sempre più, mentre cresce in modo esponenziale il numero delle vittime tra i civili. Per non parlare dei danni ad abitazioni, infrastrutture, reti idriche ed elettriche. Negli ospedali, le sale operatorie e le unità di terapia intensiva sono sovraffollate di pazienti in fin di vita che accorrono a centinaia ogni giorno in preda ad atroci sofferenze. Medici ed infermieri sono esausti, si avvicendano in turni massacranti per soccorrere e curare i feriti. Particolare preoccupazione destano gli effetti di lungo termine di questo conflitto sulla salute psichica dei bambini, che a Gaza costituiscono il 56% della popolazione.


Recenti sviluppi
Le vittime sono ad oggi 917, tra cui 290 bambini, 95 donne e 12 operatori medico-sanitari.

I feriti sono oltre 4.100, di cui 1.400 bambini e 595 donne; 450 di esse sono ferite in modo molto grave e in pericolo di vita.


Il numero degli sfollati rimane ignoto, ma si stima possano essere decine di migliaia. Secondo il Centro Al Mezan per i Diritti Umani, i rifugiati sarebbero circa 80-90.000, tra cui 50.000 bambini. L’UNRWA (United Nation Relief and Work Agency) ha aperto quattro nuovi centri di accoglienza per i profughi di Gaza City, Jabalia e Deir al Balah, in risposta alle necessità dettate dal costante incremento del numero di persone che abbandonano le proprie case per mettersi in salvo dai bombardamenti.


L’UNRWA gestisce attualmente 31 centri di accoglienza, ospitando 25.696 persone. Solo dal 9 Gennaio, I profughi sono aumentati di 4.000 unità. I campi di Jabalia sono sovraffollati, e due scuole ospitano 1.700 e 1.900 persone rispettivamente. Malgrado l’urgenza, non è possibile aprire nuovi centri d’accoglienza nell’area, per motivi di eccessiva insicurezza. Gli sfollati sono stati approvvigionati di acqua potabile, pane e carne in scatola, ma l’UNRWA sta affrontando una vera e propria emergenza. A causa dei 18 mesi di embargo, infatti, le scorte di viveri scarseggiano ovunque.

Gli ospedali continuano ad operare in condizioni di tensione estrema, a causa dei numerosi feriti che accorrono per essere soccorsi. Secondo quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e dalla Croce Rossa Internazionale, la principale preoccupazione degli ospedali è la reperibilità dei farmaci , anche i più basilari come gli anestetici e gli antidolorifici, e degli apparecchi medico-sanitari. IMG_7083Altro motivo d’inquietudine è l’impossibilità di stimare il numero di feriti al di fuori della Striscia di Gaza. Il Ministero della Salute palestinese tiene costantemente aggiornate le Organizzazioni umanitarie internazionali sullo stato di necessità degli ospedali e delle cliniche in tutti i Territori, fornendo loro liste complete indicanti gli articoli di cui vi è più urgente bisogno. Dalla ripresa delle ostilità, lo scorso 27 Dicembre, comunque, alla popolazione palestinese non è più stato erogato un regolare servizio sanitario.

Il Ministero riporta che circa il 70% dei pazienti cronici che necessitano di terapie periodiche e regolarmente frequentano i Centri di assistenza sanitaria primaria, è stato costretto ad interrompere I trattamenti a causa dell’eccessiva insicurezza negli spostamenti. Secondo quanto riferisce WHO, attualmente tutti gli ospedali hanno elettricità, ma per non più di 3-4 ore al giorno, dopodiché devono ricorrere ai generatori di corrente, da qualche giorno riforniti di carburante per il loro funzionamento. Tuttavia, resta da segnalare che l’Ospedale Pediatrico di Gaza ha riserve di carburante bastevoli per soli due giorni.
Inoltre, dallo scorso 11 Gennaio, le ambulanze dell’ospedale Kamal Edwan sono ferme, per mancanza di benzina; gli ospedali El Nasser (centro pediatrico), Sabha Al Harazin, Hala Al Shawa (centro di assistenza primaria) e l’ospedale Europeo di Gaza hanno riportato tutti danni più o meno seri a causa dei bombardamenti. L’ospedale pediatrico Dorah è stato chiuso per danni ingenti.

Secondo quanto riferito da WHO, 189 pazienti, tra feriti gravi e ammalati cronici, sono stati trasferiti oltre confine, lo scorso 10 Gennaio, attraverso il valico di Rafah.

Al momento, circa 500.000 persone continuano a non aver accesso ad acqua corrente; 500.000 ricevono acqua per 4-6 ore ogni 5-7 giorni, e il resto della popolazione per 4-6 ore 2-3 giorni.

Attività di Islamic Relief
La tabella sottostante riassume l’intervento di Islamic Relief Palestina (IR PAL) dall’inizio della crisi:

#

Articoli

Quantità

Costo ($)

Stato

1

Scorte di cibo per gli ospedali

$90,466.84

completato

2

Pacchi cibo per Gaza e nord di Gaza

5000

$184,533.16

completato

3

Kit igiene per campi profughi

1000

$20,068.42

completato

4

Coperte per campi profughi

2215

$81,346.05

completato

5

Kit igiene per campi profughi

1000

$18,855.26

completato

6

Apparecchi medici

$120,136.81

completato

7

Materiale medico sanitario

$398,937.00

completato

8

Apparecchi medici

$5,614.40

completato

9

Cibo in scatola per profughi

$9,560.53

completato

$54,986.05

completato

$21,649.74

completato

10

Cibo in scatola per profughi

$23,368.42

completato

11

Cibo in scatola per profughi

$20,723.68

completato

12

Pacchi cibo per Khan Younis

1000

$26,315.79

completato

13

Trasporti per Ministero agli ospedali

$2,000.00

completato

14

Affitto magazzini per Ministero

$10,000.00

completato

15

4 Ambulanze (di cui 1 per terapia intensiva)

$201,454.00

completato

16

48,000 confezioni di latte in polvere per bambini

48,000kg

$172,817.00

completato

TOTALE

$1,462,833.16

15

Presidi medico-chirurgici

$552,873.03

in atto

16

Farmaci

$142,521.76

in atto

17

Kit medico-sanitari

$338,237.74

in atto

18

Ricambi e pezzi di riserva urgenti

$480.00

in atto

19

Alimentari dalla Cisgiordania

5000

$229,473.68

in atto

20

Pacchi cibo per Palestina centrale

1000

$26,315.79

in atto

21

Pacchi cibo per Rafah

1000

$26,315.79

in atto

TOTALE

$1,316,217.79

TOTALE ASSOLUTO

$2,779,050.95

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