Crisi nella Striscia di Gaza
lunedì 26 gennaio 2009
Migliaia di rifugiati interni alla Striscia stanno in questi giorni facendo ritorno alle proprie abitazioni; coloro le cui case sono totalmente o parzialmente distrutte usufruiscono di tende come riparo. Molte famiglie si trovano ancora ospiti da parenti o amici, mentre altre hanno affittato degli appartamenti. Si tratta comunque di una minoranza, in quanto gli affitti a Gaza sono piuttosto cari, e sono centinaia le famiglie indigenti che non possono permettersi di sostenere tali costi. Islamic Relief e i suoi collaboratori hanno completato i sopralluoghi e le operazioni di valutazione dei danni subiti dalle abitazioni. Quanto ne è scaturito è riportato qui di seguito: delle 61 località censite tra il 22 e il 25 Gennaio, i dati pervenuti riguardano solo 48 di esse, dunque vi sono ancora molti dati mancanti per effettuare una valutazione definitiva. In ogni caso, sono state rilevate cinque differenti categorie di danni: Cat. 1 – Nessun danno. Ecco come le 142.733 abitazioni censite rientrano nelle varie categorie: Cat 1 - 109.929 77.0% del totale non ha riportato danni. Cat 2 - 18.533 13.0% ha riportato danni lievi. Cat 3 - 5.858 4.1% ha riportato danni di media entità. Cat 4 - 4.734 3.3% ha riportato danni gravi. Cat 5 - 3.679 2.6% sono le abitazioni distrutte. I costi di riparazione sono stimati in 1.500 $ per le abitazioni che rientrano nella categoria 2, 4.000$ per la categoria 3, 10.000$ per la categoria 4. Il sondaggio ha inoltre riportato che nelle 48 località esaminate, 10.847 famiglie (64.023 persone) sono ancora ospiti da parenti, mentre 45.843 vivono ancora in centri di accoglienza o campi profughi. Gli ospedali sono tornati alla normale operatività, e continuano ad ospitare i numerosi feriti ancora degenti. Gran parte dei lavori di riparazione e restauro all’Ospedale Al Quds di Gaza City, bombardato lo scorso 15 Gennaio, sono stati completati. La struttura funziona ora regolarmente. Laboratori di analisi e studi dentistici stanno tornando in attività. Tutti i 18 centri di assistenza sanitaria dell’UNRWA hanno riaperto dal 20 Gennaio e sono tornati operativi. Un’indagine di valutazione dei danni riportati dalle reti idriche lungo la Striscia, ha stimato che quattro pozzi sono stati completamente distrutti a Beit Hanun, Gaza e Jabalia. Altri hanno riportato ingenti danni nella regione di Khan Younis. Rifornimenti urgenti sono necessari per tubature, cemento, pompe, generatori, alluminio. La rete di irrigazione di Ash Sheikh ‘Ijleen, che irriga i campi di un’area agricola abitata da 400.000 persone, è stata messa fuori uso in seguito ad un bombardamento nella seconda settimana di guerra, e necessita di un intervento urgente. Secondo il Ministero della Salute, un quinto della popolazione di Gaza ancora non ha accesso ad acqua potabile. La popolazione di Gaza continua ad incontrare difficoltà nell’approvvigionamento alimentare, a causa della scarsità di viveri e dei prezzi eccessivamente elevati. La scarsità di denaro liquido e la distruzione dei raccolti hanno inoltre causato una grave penuria di alimenti altamente nutritivi. Il secondo semestre scolastico, che sarebbe dovuto iniziare il 17 Gennaio, è stato sospeso a causa delle operazioni militari, a danno di oltre 440.000 studenti. Tuttavia, tutte le scuole gestite dall’UNRWA hanno riaperto il 24 Gennaio, permettendo a circa la metà dei bambini costretti ad interrompere le lezioni dal 27 Dicembre scorso, di tornare sui banchi. Il 40% della popolazione non ha ancora accesso alla corrente elettrica, il restante 60% la riceve solo ad intermittenza. Nel nord della Striscia l’elettricità è disponibile per sei ore al giorno. Priorità estrema rimangono i rifornimenti di pezzi di ricambio per attrezzature ed apparecchi danneggiati. Il valico di Erez avrebbe dovuto aprire il 23 Gennaio per la stampa estera. Finora, un esiguo numero di persone, tra operatori umanitari, sanitari e giornalisti hanno potuto valicare il confine passando da Erez. Non è ancora chiaro se l’accesso alle ONG sia regolarmente consentito oppure no. Con la fine delle ostilità, numerose richieste sono state ricevute da Islamic Relief Worldwide dai propri partners per visitare la Striscia di Gaza. Attualmente IR PAL, che di norma ha sempre concesso visite, ha stabilito in merito quanto segue: i cittadini stranieri che desiderano entrare a Gaza devono far richiesta all’Ambasciata del Cairo ed entrare attraverso il valico di Rafah; i cittadini egiziani devono fra richiesta alle entità governative locali; per i i cittadini stranieri è anche possibile far richiesta all’Ambasciata israeliana per ottenere il permesso di entrare in Gaza via Israele. IR PAL è oltremodo lieta di accogliere i parnters di IRW in visita, il cui contributo è stato così determinante nella riuscita della campagna di soccorso umanitario, purché però accedano alla Striscia con mezzi legali. Al Jazeera sta realizzando reportages sulle condizioni di povertà in cui versa la popolazione di Gaza, nonché sull’intervento di Islamic Relief, che saranno trasmessi nei prossimi giorni. L’autore dei reportages è il giornalista Sami Al Haj. Un canale televisivo francese ha ripreso le operazioni di distribuzione di pacchi cibo e ha realizzato un documentario sull’intervento umanitario di IsIalmic Relief in Palestina. La tabella sottostante riassume le operazioni di IR: Intervento Spesa ($) Cibo 1.000.000 Generi non alimentari 350.000 Sanità (medicine, articoli medico-sanitari) 1.500.000 Cibo per ospedali 150.000 Islamic Relief Palestina ha assunto tra i propri operatori: uno psicologo, un ingegnere civile (per seguire un progetto sulla bonifica delle reti idriche della durata di 6 mesi), un fotografo, un operatore esperto di soccorso d’emergenza, un contabile. Nella giornata di oggi, 26 Gennaio, IR PAL ha ricevuto due camion contenenti articoli medici, di cui uno proveniente dal West Bank. Prossimi interventi nei due mesi a venire: Intervento Spesa ($) Cibo 1,500,000 Sanità 500,000 Supporto psicologico 200,000 Demolizione detriti e macerie 300,000 Restauro abitazioni 50,000 Cibo per ospedali 50,000 Altro (imprevisti) 200,000 Fonti Squadra di soccorso di IR PAL OCHA – Ufficio delle Nazioni Unite per la Coordinazione degli Affari Umanitari. Situazione Umanitaria
Islamic Relief e le altre Organizzazioni presenti nei Territori Occupati continuano a soccorrere i feriti ed i bisognosi: al 19 Gennaio, il Ministero della Salute palestinese stimava le vittime del conflitto in 1.314 persone, di cui 412 bambini e 110 donne; i feriti in 5.300, di cui 1855 bambini e 795 donne. Il numero di uomini feriti o morti tra la popolazione civile palestinese non è stimabile.
Rifugio e sfollamenti
Cat. 2 – Danni alle finestre, riparabili.
Cat. 3 – Danni di media entità; buchi nelle pareti, stanze bruciate, spazi abitabili danneggiati ma con possibilità di ripararli.
Cat. 4 – Danni seri; porzioni di abitazioni crollate, numerosi fori nelle pareti, danni agli spazi abitabili, in ogni caso riparabili.
Cat. 5 – Abitazioni completamente distrutte, necessitano di ricostruzione integrale.Sanità
Acqua e reti idriche
Cibo
Istruzione
Elettricità e carburante
Accesso alla Striscia di Gaza e viabilità interna
Media
L’intervento di Islamic Relief
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